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Cartomanzia

Federico Pazienza

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Il desiderio atavico di conoscere il futuro, di poterlo in qualche modo orientare superando i limiti naturali di spazio e tempo, è connaturato all’essere umano al punto da diventare motore immobile di innumerevoli attività tra le più disparate - siano creative, scientifiche, politiche e non solo divinatorie in senso stretto.

 

Per Federico Pazienza, designer italiano con studio a Rotterdam che ha come segno progettuale distintivo una profondità di pensiero tale da rendere la sua pratica vicina alla filosofia e all’analisi antropologica, l’esperienza recente della pandemia e del lockdown ha scatenato un ripensamento sostanziale dell’approccio progettuale. La sua ricerca sul linguaggio visivo e simbolico delle carte da gioco tradizionali, portata avanti da tempo, ha assunto un significato diverso e l’attenzione si è spostata dal fronte, con disegni di semi e figure, al retro, con un decoro astratto generalmente identico per tutti gli elementi del mazzo.

 

Nel motivo di questo cambiamento risiede il senso del progetto Cartomanzia, che presenta alla Meme Gallery di Milano quattro grandi tappeti rappresentanti altrettanti dorsi di carte, in rosso e in blu. Il designer ha considerato come lo sforzo della progettazione sia troppo spesso legato al desiderio di interpretazione o di intervento sul futuro e, per una volta, ha deciso di “lasciare le cose così come stanno, senza cercare di cambiarle”.

 

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Il progetto riflette uno status quo di sospensione ma non di attesa, è concentrato solo e soltanto sul presente, base imprescindibile su cui costruire ogni tipo di futuro - per questo il retro delle carte, e

non il fronte. 

 

Non c’è nessuna formula scaramantica in questo, piuttosto una forma di riappropriazione e una presa di coscienza - la nostra esistenza dipende dalle scelte presenti, anche da quelle apparentemente casuali dettate da un gioco popolare. Nel suggestivo segno grafico dei tappeti di Cartomanzia si leggono rimandi alle chiese gotiche, ai giardini di Versailles, ai simboli alchemici e alla storia dell’arte. Il lavoro di Pazienza, che sempre ha a che fare con gli archetipi umani e si muove sul filo del rasoio di verità e mimesi, assorbe significato dal contesto in cui viene sviluppato.

 

Una immersione empatica volta ad assorbire e tradurre i canoni di un momento specifico, che il designer sembra subire con lo scopo di restituire all’osservatore un oggetto nuovo, carico di un significato che tutti, a livello conscio o inconscio, sapremo riconoscere come parte integrante della nostra umanità.

Annalisa Rosso

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